L’Abruzzo non è l’Ohio (Parisi dixit, qualche anno fa). Ma il voto va sempre preso sul serio, e dunque è giusto tirare qualche somma -non solo numerica.
Le notizie cruciali sono due. 1. la vittoria del centrodestra a trazione sovranista 2. il tracollo dei grillini. Sono notizie correlate, evidentemente. Salvini intercetta i voti in libera uscita del M5S, e il flusso promette di non finire qui.
C’è poi da segnalare una certa vitalità del centrosinistra, e anche questo promette di contare. Tra la bella piazza San Giovanni dell’altro giorno e la buona prova di Legnini si può dire che quel pezzo d’Italia che un tempo sventolava le bandiere rosse può tornare a farsi sentire in modi originali.
Detto questo, quello che manca all’appello, ancora una volta, è il “centro”. Un’assenza tanto più significativa in una regione in cui per decenni i democristiani sono stati la chiave di volta.
Salvini si è affrettato a dire che per il governo non cambia niente. Argomento che sarà vero, ma durerà poco. Il fatto è che si è rimessa a girare la ruota della politica italiana. La sua vittoria contiene l’annuncio di un problema che comincia anche per lui.
MF